Bisogna salvare le ferite. Non lasciarle sole, sperdute nell’idea fissa della medicazione e della guarigione. Bisogna interrogare le ferite con coraggio e aspettare le risposte.
Le risposte sono già dentro di noi. Perdere una ferita significa perdere una segnaletica importante per un viaggio dentro le orme dell’esistenza, un viaggio che ci unisce e ci distingue, – Chandra Candiani, ASCOLTA E ACCOGLI, UKETAMO’ è il mantra!
Nella pratica delle asana esploriamo le nostre STANZE INTERIORI esercitandoci con il Mulabandha.
Quando si parla di pavimento pelvico nella pratica Yoga viene subito in mente il concetto di mulabandha.
Bandha è una parola Sanscrita che significa legare, unire o anche stringere. Sta ad indicare le contrazioni in alcune parti del nostro corpo. Si racchiude l’energia del corpo per evitare di disperderla. In generale, durante le pratiche delle yoga ne usiamo 3. Oggi vi parlo di MulaBandha, che è la contrazione della base, dalla parte inferiore del pavimento pelvico, dietro la cervice.
Il termine Mula, invece, sta per radice e nel corpo umano indica proprio la base della colonna vertebrale e, in un’ottica contemporanea, i muscoli del pavimento pelvico.
Il pavimento pelvico supporta gli organi interni, sostiene la colonna vertebrale e dissipa le forze di compressione che agiscono su questa. Va da sé che il coordinamento del pavimento pelvico è cruciale nel determinare l’allineamento della colonna e degli arti inferiori.
La contrazione di questa zona consente all’energia di fluire verso l’altro, donando una piacevole sensazione di alleggerimento, stimola i nervi pelvici, il sistema endocrino e aiuta a mantenere le posizioni di equilibrio e i movimenti dei fianchi.
Questa contrazione è fondamentale per tutte le lezioni di yoga ma in modo particolare per le posizioni legate all’elemento Terra. E dalla mia esperienza ho notato che attiva molto la presenza del qui e ora, allineando il corpo alla terra.
Conosciamo bene l’allineamento fisico del nostro corpo in ogni asana: la disposizione intenzionale degli arti, l’impegno dei muscoli e il flusso di energia. Tuttavia, l’allineamento va oltre il tappetino, toccando la nostra vita in una miriade di modi. È un’esplorazione dell’armonia che si estende nel regno delle nostre esperienze e della nostra esistenza.
L’idea di mantenere uno stato di “perfetto allineamento” nella vita accende la nostra curiosità e stimola i nostri pensieri. Possiamo davvero raggiungere questo ideale? È possibile navigare tra le pieghe della vita con una tale sincronicità da trovarsi in un perenne stato di allineamento? Possiamo orchestrare la nostra vita come facciamo con il nostro corpo in un’asana, disponendo i pezzi con precisione e intenzione?
Proprio come la nostra pratica fisica richiede continui aggiustamenti e movimenti consapevoli, lo stesso vale per il viaggio della vita. Ci imbarchiamo in una danza di calibrazione, una costante messa a punto della nostra esistenza per ritagliarci uno spazio che ci sembri naturale senza sforzo. A ogni svolta, a ogni spostamento e trasformazione, ci avviciniamo al percorso di allineamento che abbiamo scelto. Abbracciando tutte le manovre e le metamorfosi della vita, ricreiamo continuamente la nostra esperienza e alla fine ci sistemiamo in una creazione che è unicamente nostra. Vi risuona? Benvenute all’allineamento con il mulabandha.
Allineandoci con il presente, riconosciamo che nelle imperfezioni e nelle incertezze si nasconde una ricchezza che ci appaga.
L’allineamento non è sinonimo di perfezione, ma è radicato nell’accettazione. Mentre navighiamo nel flusso e riflusso della vita, arriviamo a capire che la bellezza dell’allineamento emerge dall’abbracciare la totalità del nostro viaggio – gli alti, i bassi e tutti i momenti intermedi. È la volontà di accogliere ogni esperienza con un cuore e una mente aperti che ci porta più vicino all’essenza dell’allineamento.
Proprio come nella nostra pratica yoga, dove ogni piega e allungamento porta alla crescita, ogni torsione e svolta nel nostro viaggio contribuisce al nostro allineamento. Sono i momenti perfettamente imperfetti che danno forma alla nostra storia, dipingendola con sfumature di vulnerabilità, resilienza e autenticità. Immergendoci in ogni respiro, in ogni movimento e in ogni esperienza, riconosciamo che il presente è il luogo in cui l’allineamento fiorisce veramente. La pratica di essere pienamente presenti ci permette di accedere alla bellezza dell’allineamento nella sua forma più pura.
Nel concludere questa contemplazione sull’allineamento, sull’importanza di contrarre i muscoli pelvici, ricordiamoci che il nostro viaggio nello yoga e nella vita è un’esplorazione costante, una danza continua di scoperta. Non è una gara, ma un viaggio di consapevolezza, compassione e crescita. In ogni respiro, in ogni asana, in ogni contrazione e in ogni interazione, scopriamo la magnificenza del momento – un momento in cui l’allineamento, in tutte le sue varie forme, si dispiega davanti a noi nel suo pieno splendore. Emaoh! Meraviglia!
Namasté
Love, c.
La natura
non ha fretta,
eppure tutto si ralizzaLau Tzu