Rituale per risvegliare la bambina interiore
…In questo viaggio, rispondo al richiamo,
la dolce eco di una risata dimenticata.
Riscopro il mondo con occhi di meraviglia,
ogni passo un gioco, ogni respiro un canto.
Abbraccio la parte di me che danza,
che sogna sotto un cielo di stelle.
Ritrovo la gioia di essere semplice,
la forza di un cuore che ama senza riserve.
Attraverso i colori e le ombre,
la mia bimba interiore si fa luce,
un faro di speranza e di libertà,
pronta a volare, leggera come il vento.
Sei invitata a un viaggio di ritorno,
dove l'amore si veste di spontaneità,
e la tua anima ritrova il suo posto,
nel magico abbraccio dell'infanzia….c.
Rituale del Richiamo della Bambina Interiore è un percorso profondo di riscoperta e guarigione, articolato in cinque pratiche principali. Ciascuna di queste pratiche si fonda su convinzioni infantili che ci hanno accompagnato nell’età adulta, influenzando il nostro modo di vivere e sentire. Queste convinzioni sono intrecciate con archetipi universali e trovano sollievo attraverso risposte di guarigione, che ci invitano a riconnetterci con la nostra essenza più autentica.
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1. Dare il benvenuto alla vita
Non sono la benvenuta. C’è stato un errore, pensavo: la mia pelle troppo fragile, le mie mani troppo in cerca di bellezza, non appartengo a questo posto. E così volavo, fuggivo tra spirali d’aria, i piedi freddi di terra mai toccata, gli occhi lontani, sperduti in cieli che non mi vedevano.
Forse mia madre non riusciva ad accogliermi. Non perché non mi amasse, ma perché la sua vita era attraversata da ombre più grandi di lei. La tristezza, la paura di non farcela, la gravidanza che l’aveva colta impreparata. Non sempre un bambino è atteso con il cuore pieno di gioia. A volte, il silenzio di una madre non è un rifiuto, ma il segno di una fatica troppo grande da portare. E io, bambina, ho assorbito quel silenzio, facendolo mio.
Ma oggi mi fermo e ascolto. Un respiro profondo, un nodo che si scioglie.
Mi accolgo, mi abbraccio, mi dico:
“Sono qui per un motivo. Sono la benvenuta.”
Non importa com’è iniziata la mia storia, io sono come la prima luce dell’alba, come il fiore che sboccia senza chiedere scusa. Appartengo al mondo, e il mondo mi accoglie.
Pratica: 1. Lascio che il vento accarezzi il mio cuore di bambina, libero e nudo
2. Vivere per dare
Non avevo mai abbastanza. Non ero abbastanza. Non abbastanza amore, non abbastanza tempo, non abbastanza di quel tutto che sembrava sfuggirmi.
Da bambina, il mio pianto nel buio rimaneva a volte senza risposta. Forse avevo fame, forse avevo freddo, forse solo volevo il calore di due braccia.
Mamma forse era troppo stanca, troppo immersa nella sua vita per sentire ogni mio richiamo.
Papà forse non capiva, non sapeva che un neonato, in quel momento, ha solo bisogno di sapere che non è solo. Non era colpa loro. Nessuno insegna ai genitori come accogliere ogni lacrima, ogni bisogno. Ma io, nella mia culla, ho sentito quel silenzio come un vuoto. E ho imparato presto a riempirlo. A correre, a cercare, a dare, a riempire ogni spazio con gesti e parole, sperando che alla fine mi sarei sentita piena.
Ma non bastava mai, perché cercavo fuori ciò che era dentro di me.
Oggi mi fermo. Non corro più. Mi accarezzo una spalla, come avrei voluto che facessero con me allora. Mi dico:
“Non era colpa loro. Non era colpa mia. Hanno dato ciò che potevano, e ora tocca a me colmare quel vuoto.”
Respiro profondamente. Sono abbastanza. Ho abbastanza. Mi basta il sole che illumina il mio volto, il sorriso che offro e ricevo, per sapere che non manca nulla.
Pratica: 2. Sono luce prima della parola, radice prima del fiore
3. La forza della creatività
A volte mi dicevo: “Meglio tacere, meglio seguire. Forse così mamma sarà più contenta,
forse così papà mi vedrà davvero.” E allora ingoiavo le parole, riempivo i silenzi con sorrisi che non sentivo. Il mio “no” diventava un eco soffocato, il mio “sì” una forma di debito da pagare,
una risposta che non era la mia.
Ogni volta che i confini venivano violati, i miei tempi non erano rispettati, quando il mio corpo e la mia anima venivano invasi, quando non mi ascoltavano, mi rifugiavo in un angolo, mangiavo la mia rabbia, e mi dicevo che non avevo scelta. MANGIAVO, MANGIAVO E ANCORA MANGIAVO. Mi nutrivo di cibo e di un silenzio che non volevo, di una sofferenza che non dovevo accettare.
Ma oggi scelgo me stessa. Sento la rabbia come un fuoco gentile, non la nascondo, non la soffoco. La lascio scaldarmi, non bruciarmi. Mi permetto di sentirla.
Scopro che la creatività è la chiave, la forza che mi libera. Quando smetto di temere il giudizio, quando lascio che le mie mani creino senza paura, trovo il mio vero volto, quello che non avevo mai osato mostrare.
Dico “no” senza paura,
dico “sì” solo alla mia musica, a quella che nasce dentro di me, e danzo, leggera, al ritmo del mio cuore.
La creatività è la mia guarigione, è il mio modo di dire al mondo:
“Sono qui, e la mia voce è degna di essere ascoltata.”
Non importa se non sempre capiranno, mamma, papà, non è per dispetto.
È per amore di me stessa, di quella bambina che oggi prende il suo posto nel mondo.
Pratica: 3. Dal mio silenzio, rinasco
4. Nobiltà di cuore
Devo controllare tutto. Me lo ripetevo come una preghiera, un mantra, una corazza che mi proteggeva dalle delusioni. Forse l’avevo imparato da voi, mamma, papà, dal vostro amore che a volte si mascherava di paura, dalla sofferenza che non sapevate condividere.
Quando un genitore ci tradisce, quando qualcuno che doveva esserci accanto ci lascia, quando le promesse non vengono mantenute, quelle promesse che ci avevano fatto credere in un amore eterno, tutto quello che pensavamo solido inizia a frantumarsi.
Le promesse di protezione, di affetto, di un futuro che sarebbe stato insieme. Le parole svaniscono nel vento, e noi, piccole, impariamo che l’unico modo per non soffrire è non aspettarsi nulla da nessuno. Così, per anni, ho pensato che fosse meglio non dipendere da niente, da nessuno, nemmeno dall’amore.
Ho tenuto tutto stretto, persino il mio cuore. Ma il controllo è una trappola, una mano chiusa che non può ricevere nulla. Così l’amore restava fuori, e io mi sentivo sola, in un mondo che non riuscivo più a fidarmi.
Oggi apro le mani. Rinuncio a combattere. Mi fido della vita, mi fido del mio cuore. E scopro che il mondo non mi farà più male se lascio andare. Riconosco il tradimento, ma non lo faccio diventare il mio destino. Riconosco le promesse infrante, e lascio che siano solo ricordi.
Guardo i miei genitori con occhi nuovi, e capisco che non devo essere come voi per amarvi.
Non devo difendermi da voi per essere libera. Mi inginocchio davanti al mistero della vita,
abbraccio la mia bambina interiore, e lascio che il cuore si apra come un fiore.
“La vita è buona, io sono buona.”
Pratica: 4. Il battito delle mie mani grida la mia verità
5. Una forma autentica
Mi sono sempre chiesta:
“Come posso essere accettata? Come posso essere amata?”
E così ho imparato a modellarmi, a vestirmi dei vestiti degli altri, a parlare le parole che avrei voluto sentire dire a me. Ho cercato di essere quella figlia perfetta, quella persona che tutti avrebbero voluto avere accanto. Da bambina, le regole degli altri erano le mie, perché non sapevo chi fossi senza di esse.
A casa, fuori, tra amici, mi adattavo a ciò che veniva richiesto, per non essere mai giudicata,
per non essere mai messa da parte. Eppure, dentro, mi sentivo distante da me stessa.
Le apparenze erano la mia maschera, una maschera che non riusciva mai a coprire completamente quella parte di me che bramava di esprimersi.
Ma avevo paura. Paura di mostrare il mio volto vero, paura che non fosse mai abbastanza.
I miei genitori, con le loro verità assolute, mi avevano insegnato che solo la loro visione del mondo era giusta. Le loro parole diventavano leggi, le loro aspettative le uniche possibilità.
Quando cercavo di esprimere chi ero, la loro verità mi sembrava così schiacciante, così totale, che la mia voce sembrava piccola, insignificante.
Oggi tolgo quella maschera.
Mi guardo allo specchio e vedo finalmente chi sono.
Non devo omologarmi a nessuno per essere accettata.
Non devo fingere per essere amata.
Posso essere me stessa, con tutte le imperfezioni che mi rendono unica.
Anche se sono a volte bizzarra, a volte vulnerabile, va bene così. Non devo nascondere le mie stranezze, la mia fragilità non è una debolezza, è ciò che mi rende autentica, è ciò che mi rende vera.
Smetto di cercare fuori ciò che è dentro di me. Smetto di cercare l’approvazione per sentirmi valida. Oggi, posso essere autentica, posso accettarmi come sono, e permettermi di esprimere la mia essenza senza paura.
Mi do il permesso di avventurarmi nel mondo, senza più maschere da indossare.
Sono perfetta nella mia imperfezione. Mi piace la spontaneità, perché non c’è nulla di più bello che essere me stessa.
Non mi preoccupo di quello che gli altri pensano di me.
Sono quello che sono, e va bene così.
Pratica: 5. Sotto strati di tempo, sono ancora io, dolcezza senza peso
Conclusione
In ogni passo, in ogni respiro, ringrazio. Ringrazio la bambina che sono stata, i genitori che mi hanno cresciuta, le ferite che hanno insegnato, e l’amore che oggi sboccia senza paura.
Vi consiglio le pratiche ma soprattutto la meditazione all’inizio e alla fine del percorso. Potete eseguire la pratica che preferite, che vi risuona anemicamente, più volte o seguire il percorso così come proposto.
A voi la scelta.
Accolgo tutto, Uketamo’ è il mantra dell’accoglienza:
le ombre e le luci,
le parole dette e quelle taciute.
Accolgo.
Mi lascio andare, lascio andare
mi ritrovo,
e finalmente,
torno a casa.
Raccolgo i miei SOGNI dimenticati,
namasté, love, c.
Rituale per risvegliare la bambina interiore

Meditazione della bambina interiore
conosci te stessa
“la bambina che vive dentro di noi sta cominciando a manifestarsi e questa volta non si fermerà finchè non sarà ascoltata. Per favore dal più profondo del mio cuore ti chiedo di non zittirla più. Impara ad intergrarla, comprenderla, abbracciarla, liberarla, restituirla alla vita.” – Clarissa Pinkola Estés. PROFONDISSIMA

YogaEasy: lascio che il vento accarezzi il mio cuore di bambina, libero e nudo

YogaEasy: sono luce prima della parola, radice prima del fiore

YogaEasy: dal mio silenzio, rinasco

YogaEasy: il battito delle mie mani grida la mia verità

YogaEasy: sotto strati di tempo, sono ancora io, dolcezza senza peso

Meditazione della bambina interiore
conosci te stessa
“la bambina che vive dentro di noi sta cominciando a manifestarsi e questa volta non si fermerà finchè non sarà ascoltata. Per favore dal più profondo del mio cuore ti chiedo di non zittirla più. Impara ad intergrarla, comprenderla, abbracciarla, liberarla, restituirla alla vita.” – Clarissa Pinkola Estés. PROFONDISSIMA