Rituale YoGaFloW – Radici e Stelle – il risveglio del Femminile
Ti sei mai chiesta cosa manca davvero, per sentirti piena, viva, felice?
Perché tante donne oggi sentono questo vuoto sottile, che nessun traguardo colma?
Non sei la tua età, né la tua forma. Non sei il tuo passato, né il tuo nome. Tu sei la tua energia.
Quella che vibra quando il cuore si apre, che accende lo sguardo degli altri quando ti avvicini.
È la lingua segreta dell’anima. Il filo dorato tra intuizione, desiderio e creazione.
Questa energia non va domata, ma riconosciuta, ascoltata, celebrata. Va riportata al cuore, dove la vita comincia e l’essere fiorisce.
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Riconoscere la sacra femminilità è un atto di coraggio e di amore. È sciogliere i nodi invisibili
che ci hanno legate a storie non nostre. È guarire le ferite che abitano il grembo, e restituire al corpo la sua voce silenziosa, intima, ancestrale, viva.
Ti insegnerà a fare della tua quotidianità un luogo sacro. A sentire il gesto, lo spazio, la relazione, come parte di un rito sottile e potente.
Ritroverai le tue radici, la saggezza spontanea del corpo, la luce che danza nella tua ombra.
Imparerai ad ascoltare il tuo intuito femminile, quello che sa, prima ancora di capire.
La guarigione del femminile è un fiore che si apre quando torni alla tua essenza. Quando la bellezza smette di essere un dovere, e diventa presenza. Quando la creatività non è più prestazione, ma preghiera.
Tante donne oggi rispondono al richiamo di una femminilità nuova, che non si misura più con l’efficienza, ma con la verità del sentire.
Abbiamo creduto che bastasse fare, correre, sistemare. Ma l’anima del femminile ha un altro ritmo: quello della luna, dell’acqua, della carezza. E solo tornando a quella lentezza piena possiamo ritrovare la nostra forza.
In questo rituale, ti invito a tornare a te. A risvegliare la tua energia creativa,
a sciogliere, lasciare, ascoltare. Attraverso yoga, respiro, mudra, meditazioni, savasana
ci prenderemo cura di ciò che è rimasto inascoltato. Apriremo il cuore. E da lì, tutto potrà nascere.
Non è un semplice percorso. È uno spazio sacro. Una soglia da attraversare per ricordare chi sei davvero.
“Ci sono luoghi, dentro,
che restano in attesa per anni.
Antiche emozioni,
parole non nate,
dolori trattenuti.
Non perché non abbiano valore,
ma perché non hanno ancora trovato
una casa che li accolga.
Nel nuovo rituale di YogaFlow Radici e stelle
ti porto lì.
In un territorio interiore
delicato e potente:
il bisogno segreto di essere viste.
Lì abita una presenza silenziosa.
Empatica.
Non giudicante.
Una presenza che sa restare.
Che sa accogliere.
Che sa vedere.
Perché a volte
non serve essere aggiustate.
Serve solo essere viste.
Nella verità.
Nella ferita.
Nel sentire.
Per imparare ad ascoltarti
con più bellezza,
più rispetto,
più amore.
E per ascoltare chi ami
con quella stessa presenza
che guarisce
senza dire una parola.”
Ti aspetto, love, c.
Radici e Stelle – Il risveglio del Femminile

per ricordarti che sei parte del tutto – torno alla terra: lei non dimentica mai chi sono, nemmeno quando lo faccio io

per liberare l’energia che ristagna – scuoto via la polvere dei sogni: il corpo sa come aprire finestre dove la mente vede muri

per ritrovare il gusto di sentire – annuso, assaporo, tocco: la vita non si contempla solo con gli occhi

incontro sacro con te stessa, con chi sa toccarti l’anima – mi spoglio di ciò che NON sono. La pelle dell’anima ama chi sa ascoltarla

non come mancanza, ma come ritorno – a volte restare da sola è il modo più dolce per ritrovarmi intera

lascia che ciò che è dentro prende forma – anche un’emozione sgualcita può diventare poesia, se le do’ un colore e un respiro

per abitare il corpo con grazia e presenza – cammino come se ogni mio passo raccontasse una storia d’amore con la terra

per fare spazio alla tua voce interiore – nel silenzio che temevo, troverò parole che aspettano solo me

per nutrire la mente e allinearla al cuore – conoscere è ricordare ciò che il cuore sussurra da sempre

perché anche il fiore più bello ha bisogno di chiudersi ogni tanto – mi lascio cadere tra le braccia del niente: lì germoglia la nuova linfa